Stefania e il suo teatro silenzioso. Le sue visioni sono in grado di toccare la Storia dell’Arte con i suoi riferimenti a Caravaggio o Hammershøi l’artista che dipingeva le donne di spalle. Imprigionano il teatro – con la costruzione di una scena, dove il soggetto diventa oggetto del non luogo stesso – e il cinema: ogni immagine, infatti, è un singolo fotogramma, che allacciato all’altro crea una storia, un racconto, sia esso fantastico che reale. I riferimenti alla letteratura, alla filosofia e alla poesia sono evidenti, proprio perché ogni immagine è in grado di raccontare, spesso, più delle parole; la parola letteraria, infatti, da semplice scritto, si trasmuta in visione, in un’opera da “leggere” attraverso lo sguardo. Infine, sono chiari i riferimenti al sociale, con i ritratti legati alla donna e alla violenza sulla donna, ma anche attraverso il richiamo coraggioso alla valorizzazione della propria terra e delle sue mille sfaccettature. Borghi antichi, ruderi e paesaggi obliati che, attraverso l’arte fotografica, ritornano ad essere protagonisti indiscussi dello scenario culturale e sociale, consegnati nuovamente alla memoria del tempo.

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